Se facessimo un balzo indietro di oltre tre secoli ci troveremmo in una Lambrate ben diversa da quella di oggi. Niente palazzi di cemento o strade asfaltate. Niente traffico o smog, solo tantissimo verde. Troveremmo il fiume Lambro e poche dimore appartenenti a famiglie aristocratiche. In questo contesto furono costruite la scomparsa Villa delle Rose di proprietà dei Borromeo ( fine ‘500), Villa Folli in Via Dardanoni e Villa Busca Serbelloni.
Villa Busca Serbelloni, situata in Via Rombon 41, sulla strada che una volta collegava Lambrate superiore a Lambrate inferiore, è una villa ancora oggi privata aperta soltanto nel periodo del Fuorisalone o dell’Open House. Fu costruita a fine ‘700 da Ferdinando Busca Serbelloni, che scelse Lambrate come luogo di vacanza.
La residenza mantiene ancora oggi la sua struttura architettonica originaria anche se dell’immenso giardino è rimasto molto poco, colpa di piani regolatori che hanno permesso la costruzione attorno alla villa di numerosi palazzi residenziali.E’ soprannominata “la Palazzetta” oppure la “ Garibaldina” in quanto nel 1862 ospitò Garibaldi di ritorno a Milano dopo molti anni di assenza.
Oggi non vi vogliamo parlare della storia della villa, ma dell’attività imprenditoriale che viene svolta all’interno : la produzione di chitarre elettriche in alluminio.
Villa Busca Serbelloni infatti è la sede della Noah Guitars.
Non si potrebbe mai pensare che una villa così classica fa da culla a dei veri e propri capolavori della liuteria non tradizionale. Un’eccellenza del Made in Italy o potremmo dire del Made in Lambrate, perché non stiamo parlando di chitarre tradizionali ma di chitarre elettriche d’alta gamma.
Nel 1993 l’architetto Renato Ruotti decise di esaudire il sogno del suo amico Giovanni Melis e di produrre una chitarra elettrica innovativa. Dopo aver analizzato tutti i materiali possibili e non trovando un legno adatto, decise di utilizzare l’alluminio in quanto garantiva un’acustica perfetta.
Fu chiamato per la realizzazione Mauro Moia che da sempre lavorava l’alluminio e così, nel 1996, fu realizzata l’Ammiraglia. Un connubio tra due strumenti tradizionali come il Fender Telecaster e la National Style O ma costruita con tecniche e materiali innovativi. Infatti, grazie ai moderni metodi di progettazione CAD, lo scovo del body è stato ricavato da un unico blocco di alluminio.
Stiamo parlando di chitarre o bassi, prodotte in pochi pezzi, e possedute dai più grandi musicisti o esperti di chitarre. Ne possiedono una : Bruce Springsteen, Lou Reed, Sting, Ben Harper per citare alcune star internazionali. Per quanto riguarda le star del nostro paese abbiamo : Jovanotti, NEk o Saturnino. Ma anche semplici appassionati come Claudio Amendola o Renzo Rosso.
Con il passare degli anni Melis decise di uscire dalla compagine sociale ed al suo posto nel 2016 fece l’ingresso Marco Pancaldi che mise all’interno dell’azienda tutta la sua esperienza e l’orecchio di musicista e diede il via alla produzione della nuova linea Nu Noah.
Sembra incredibile! Una villa classica al cui interno si producono chitarre elettriche innovative, ma in realtà la cosa non deve stupire, Lambrate è uno dei quartieri più innovativi e dall’animo industriale di Milano!
“Molto di più, niente di meno”, questo era lo slogan dell’ Innocenti, storica azienda italiana con sede a Milano, produttrice della mitica “Lambretta“, lo scooter rivale della “ Vespa” nei ruggenti anni ’60.
L’Innocenti fu fondata nel 1933 da Ferdinando Innocenti, ex-fabbro e costruttore meccanico, e aveva sede a Lambrate.
Nata come azienda produttrice di tubazioni meccaniche – i “tubi innocenti” senza giunti sono ancora oggi usati nella costruzione dei ponteggi – subì un cambiamento produttivo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Dai “tubi senza giunti” si passò prima alla produzione di scooter, poi, negli anni ’60, alla costruzione di auto, come la Austin A60 e successivamente, grazie ad un accordo di licenza con la British Motor Corporation, alla famosissima “Mini”.
Nel 1969 lo stabilimento di Lambrate dava lavoro ad oltre 6500 persone, la maggior parte impiegata nella produzione di autoveicoli.
Si potrebbe pensare ad una situazione florida in quegli anni per l’azienda milanese, ma in realtà era solo apparenza.
Siamo nel 1969, l’anno degli scioperi degli operai, delle richieste di rinnovo dei contratti.
In quell’anno le aziende milanesi vissero uno sciopero a settimana, con conseguente paralisi della produzione che iniziò dal settembre del 1969 e si prolungò fino alla fine dell’anno.
Anche l’Innocenti visse tutto ciò.
Agli scioperi rispose con la cassa integrazione straordinaria che però portò all’inasprimento dei rapporti con i lavoratori ed al blocco della produzione.
Erano gli anni di piombo.
Il primo esemplare di scooter made in Lambrate, uscì sul mercato italiano nel 1947 ed il nome fu un’idea dell’artista Daniele Oppi.
Ovviamente l’artista prese spunto dal Lambro, fiume che scorreva vicino allo stabilimento di Lambrate, oggi abbattuto e sostituito da un quartiere residenziale.
Insieme alla “Vespa” costruita dalla Piaggio, la Lambretta fu uno dei simboli del boom economico del dopoguerra e fu prodotta per 25 anni non solo in Italia, ma anche in Spagna, Cile, Brasile, Argentina ed India (in quest’ultimo fino al 1994 ).
Similari per tipologia di motore, entrambi a 2 tempi, i due scooter si differenziavano per la carrozzeria, la Lambretta era scarenata, mentre la rivale completamente carenata, e per la struttura tubolare, che sull’esemplare prodotto da Piaggio era un pezzo unico.
La rivalità con la Vespa si fece più accesa, quando la Lambretta fu prodotta completamente carenata.
Entrambe le aziende iniziarono a produrre modelli sempre più aerodinamici con lo scopo di ridurre l’impatto con l’aria e aumentarne la velocità su strada.
La Lambretta aerodinamica fece dei tempi e delle velocità da record per quegl’anni : riuscì a raggiungere i 201km/h in autostrada.
La versione TV fu invece il primo scooter al mondo a montare freni a disco.
L’ultimo modello prodotto si chiamava DL “ De Luxe”, uscì nel 1969 e disegnato da Bertone, già collaboratore con l’Innocenti per il design dell’auto “ Mini Bertone”.
Nel 1969 si producevano circa 170mila esemplari, ma nel 1971 la produzione scese a 45 mila, naturale fu quindi la decisione di abbandonare la costruzione di motoveicoli.
La produzione di auto nello stabilimento di Lambrate andò invece avanti anche negli anni ’80. Vi si producevano alcuni modelli della Maserati e della Chrysler.
Nel 1997 Fiat decise di non produrre più auto con il marchio Innocenti e di conseguenza venne abbandonato.
Oggi è possibile vedere esemplari di Lambretta in perfetto stato conservativo e leggere tutto sulla storia della Lambretta visitando il “ Museo dello scooter e della Lambretta” di Rodano, alle porte di Milano, oppure il “Museo della Lambretta” di Catanzaro.