In Via Pitteri 56 ha sede uno degli orfanotrofi più famosi di Milano e d’Italia che ha uno stretto legame con l’imprenditoria italiana : l’Istituto Milanese dei Martinitt.
Fondato nel XVI secolo da Emilano Girolamo ha da sempre accolto bambini in gravi situazioni di povertà o orfani.
Per anni il termine milanese “martinin” indicava proprio i bimbi che vivevano nell’istituto.
Il collegio nel corso della sua vita ha cambiato numerose sedi, da Via Manzoni a Brera per poi giungere nel 1931 in Via Pitteri che allora era una via in aperta campagna, una delle strade di Lambrate, un quartiere che si stava caratterizzando per la presenza di stabilimenti industriali.
“ Martinitt “ era un luogo dove si contrastava il disagio di bambini segnati dalla povertà e dall’abbandono istruendoli ed in molti casi insegnandogli un lavoro.
E proprio imparando questi mestieri che alcuni degli ospiti del collegio hanno creato delle realtà industriali italiane conosciute in tutto il mondo.
Angelo Rizzoli dopo aver imparato il lavoro di tipografo dai Martinitt ha aperto a 20 anni la sua prima tipografia e da lì ha dato il via ad uno degli imperi editoriali più famosi nel mondo : Rizzoli Editore.
Fu anche un imprenditore del cinema ed un immobiliarista realizzando negli anni ‘60 il primo hotel di lusso sull’isola di Ischia, il “Regina Isabella”, che in pochi anni divenne uno dei 30 hotel più rinomati al mondo.
Un altro imprenditore che “imparò l’arte” nel collegio Martinitt fu Edoardo Bianchi, fondatore a 20 anni della F.I.V. Edoardo Bianchi la famosa azienda produttrice di biciclette.
Fu un meccanico illuminato che non si limitò alla costruzione di biciclette ma anche di moto e macchine nonché di pneumatici per velocipedi.
Ovviamente è conosciuto soprattutto per le sue biciclette utilizzate dai campioni italiani del ciclismo di quegli anni come Coppi e Girardengo.
Ultimo in ordine cronologico ma non per importanza è Leonardo Del Vecchio, l’uomo più ricco d’Italia, fondatore del colosso mondiale della produzione di occhiali : Luxottica.
Garzone a 15 anni in una fabbrica produttrice di medaglie e coppe, si trasferisce a 22 anni in Trentino e dopo qualche anno apre la prima bottega per la produzione di minuterie per occhiali in conto terzi.
Siamo negli anni ‘60. L’azienda cresce e dieci anni dopo abbandona la produzione per conto terzi e si dedica alla produzione di occhiali finiti.
Trascorrono altri dieci anni, 1981, l’azienda si solidifica e acquista l’Avantgarde, azienda americana produttrice di occhiali, entrando così nel mercato USA.
Da lì prende il via la scalata al successo che porta Luxottica nel 1995 ad essere il leader mondiale per la produzione di occhiali.
Queste realtà ci fanno capire che nascere poveri o in situazioni di difficoltà non ci allontana dal poter raggiungere il successo.
Oggi l’Istituto fa parte dell’Azienda ASP del Pio Albergo Trivulzio e all’interno della scuola si svolgono numerose attività extrascolastiche.
Ha sede la storica Banda dei Martinitt e la scuola di musica aperta anche ad esterni.
Dal 2010, dopo anni di abbandono, ha riaperto il Teatro dei Martinitt che ospita durante tutto l’anno numerosi spettacoli teatrali e dal 2005 anche proiezioni di film.
Dal 3 luglio è “ Arena Milano Est” , un cinema all’aperto!
Sotto il cielo stellato di Lambrate con la proiezione dei migliori film del cinema italiano ed internazionale. Per info e costi cliccate sul link attivo.
Sin dalla fine dell’800 il quartiere di Lambrate si è contraddistinto per la presenza di importanti industrie. L’Innocenti, la Faema e la S.A. Ing.Emilio Gola & Conelli con lo stabilimento in via Pitteri 89.
Fondata nel 1897 con un capitale sociale di 3.500.000 di lire, i nostri 15 milioni di euro, aveva come core business tutto quello che era inerente alla massicciata stradale.
Compressori stradali a vapore, attrezzi, macchine per catramare le strade e gli sgombraneve.
L’aumento della crescita urbana, la ristrutturazione dei centri storici delle città ed il necessario miglioramento della qualità delle strade hanno permesso all’azienda di svilupparsi velocemente in quegli anni.
Inoltre, l’incremento del traffico e l’interramento di gran parte delle tubazioni di gas, degli scarichi delle acque e dei cavi del telefono sotto il manto stradale hanno obbligato le città a riasfaltare le vie utilizzando materiali più elastici rispetto alle pietre.
Alla Mostra Stradale del 1911 la S.A. Ing.Emilio Gola & Conelli è considerata una delle aziende più innovative nel panorama industriale avendo il merito di avere iniziato e spinto l’adozione della cilindrata a vapore.
Viene riconosciuta come una delle aziende portatrici dei grossi miglioramenti alla viabilità e non a caso diventa una delle realtà industriali più coinvolte nella costruzione delle nuove vie di Milano degli anni ‘20 e ‘30.
L’Ing.Emilio Gola diventa uno dei massimi esperti del periodo in tema di manto stradale.
Insegna alla scuola per cantonieri stradali presso la Società umanitaria, l’istituto filantropico fondato a Milano nel 1893.
Scrive tre manuali tra il 1926 e il 1933 con tema la manutenzione del manto stradale.
Supporta la riqualifica del quartiere di Lambrate finanziando in parte la costruzione della nuova Chiesa di San Martino in via Canzi.
Su una colonna all’interno della Chiesa troviamo inciso proprio il nome della Famiglia Gola.
Con il passare degli anni l’azienda si è ingrandita.
Allo stabilimento di Lambrate si aggiungono quello di Bisuschio e di Muggianico. Viene aperta una sede a Bari.
Ma sul finire degli anni ’60 arriva una svolta nella storia della S.A. Ing.Emilio Gola & Conelli, merito di uno splendido matrimonio d’amore tra vicini di casa.
Infatti, una figlia dell’Ing.Gola si innamora di uno dei figli della Famiglia Bombelli che viveva nella Villa in stile liberty situata all’incrocio tra via Ventura e Via Massimiano non lontanto da Via Pitteri.
E così anche le due realtà imprenditoriali si sposano.
Tra il 1967 ed 1968 tutti i brevetti e i progetti degli sgombraneve e macchine per la nettezza urbana sono comprati dalla ditta Angelo Bombelli che aveva sede in Via Ventura 14 che ne porta avanti la produzione
Successivamente lo spazio dello stabilimento ” S.A. Ing.Emilio Gola & Conelli “passa in mano alla Franzosini srl , azienda di traslochi nata nel 1845 ed in seguito al suo trasferimento fuori Milano l’area diventa oggetto di una grossa riqualifica urbana.
E’ quasi terminata infatti, la costruzione dei due palazzi residenziali della “Cohabitat Lambrate”.
104 appartamenti circondati da un area verde e che guardano sulla casa ancora esistente della Famiglia Gola.
Un progetto che si sposa perfettamente con la riqualifica del distretto di ” Lambrate – Ventura Milano” iniziato negli anni 2000.
La redazione Ventura Milano vi racconterà altre storie industriali del quartiere! Continuate a seguirci!
Se facessimo un balzo indietro di oltre tre secoli ci troveremmo in una Lambrate ben diversa da quella di oggi. Niente palazzi di cemento o strade asfaltate. Niente traffico o smog, solo tantissimo verde. Troveremmo il fiume Lambro e poche dimore appartenenti a famiglie aristocratiche. In questo contesto furono costruite la scomparsa Villa delle Rose di proprietà dei Borromeo ( fine ‘500), Villa Folli in Via Dardanoni e Villa Busca Serbelloni.
Villa Busca Serbelloni, situata in Via Rombon 41, sulla strada che una volta collegava Lambrate superiore a Lambrate inferiore, è una villa ancora oggi privata aperta soltanto nel periodo del Fuorisalone o dell’Open House. Fu costruita a fine ‘700 da Ferdinando Busca Serbelloni, che scelse Lambrate come luogo di vacanza.
La residenza mantiene ancora oggi la sua struttura architettonica originaria anche se dell’immenso giardino è rimasto molto poco, colpa di piani regolatori che hanno permesso la costruzione attorno alla villa di numerosi palazzi residenziali.E’ soprannominata “la Palazzetta” oppure la “ Garibaldina” in quanto nel 1862 ospitò Garibaldi di ritorno a Milano dopo molti anni di assenza.
Oggi non vi vogliamo parlare della storia della villa, ma dell’attività imprenditoriale che viene svolta all’interno : la produzione di chitarre elettriche in alluminio.
Villa Busca Serbelloni infatti è la sede della Noah Guitars.
Non si potrebbe mai pensare che una villa così classica fa da culla a dei veri e propri capolavori della liuteria non tradizionale. Un’eccellenza del Made in Italy o potremmo dire del Made in Lambrate, perché non stiamo parlando di chitarre tradizionali ma di chitarre elettriche d’alta gamma.
Nel 1993 l’architetto Renato Ruotti decise di esaudire il sogno del suo amico Giovanni Melis e di produrre una chitarra elettrica innovativa. Dopo aver analizzato tutti i materiali possibili e non trovando un legno adatto, decise di utilizzare l’alluminio in quanto garantiva un’acustica perfetta.
Fu chiamato per la realizzazione Mauro Moia che da sempre lavorava l’alluminio e così, nel 1996, fu realizzata l’Ammiraglia. Un connubio tra due strumenti tradizionali come il Fender Telecaster e la National Style O ma costruita con tecniche e materiali innovativi. Infatti, grazie ai moderni metodi di progettazione CAD, lo scovo del body è stato ricavato da un unico blocco di alluminio.
Stiamo parlando di chitarre o bassi, prodotte in pochi pezzi, e possedute dai più grandi musicisti o esperti di chitarre. Ne possiedono una : Bruce Springsteen, Lou Reed, Sting, Ben Harper per citare alcune star internazionali. Per quanto riguarda le star del nostro paese abbiamo : Jovanotti, NEk o Saturnino. Ma anche semplici appassionati come Claudio Amendola o Renzo Rosso.
Con il passare degli anni Melis decise di uscire dalla compagine sociale ed al suo posto nel 2016 fece l’ingresso Marco Pancaldi che mise all’interno dell’azienda tutta la sua esperienza e l’orecchio di musicista e diede il via alla produzione della nuova linea Nu Noah.
Sembra incredibile! Una villa classica al cui interno si producono chitarre elettriche innovative, ma in realtà la cosa non deve stupire, Lambrate è uno dei quartieri più innovativi e dall’animo industriale di Milano!
La sentite anche voi l’aria natalizia che inizia a girare tra lo smog milanese ? Ed il profumo dei panettoni appena sfornati ? Beh a Lambrate si sente già da qualche di tempo, merito dello spaccio dello storico forno milanese Tre Marie che si trova in via G. Crespi, 9/11.
Vi abbiamo raccontato in altri articoli che, negli anni passati, Lambrate era uno dei quartieri più industriali di Milano : Faema, Bombelli, Lambretta avevano la sede qui.
Nel 1960 l’odore di grasso, olio e ferro si mescola al profumo di vaniglia e zucchero del panettone con l’apertura del primo stabilimento a produzione industriale di Tre Marie, storico forno milanese.
Il forno dolciario Tre Marie nasce nel 1150 con la fondazione della confraternita benefica “ Quattro Marie”, che offriva farina e prodotti similari in cambio di monete di rame.
Dobbiamo attendere però la fine dell’800 per arrivare al moderno concetto di pasticceria vista come punto di incontro o luogo di pausa durante la giornata, per mangiare un dolce e bere un caffè.
Durante il periodo della Belle Epoque nella pasticceria Tre Marie in Corso Vittorio Emanuele era facile incontrare imprenditori, scrittori o illuminati.
Nel 1960 ci fu la svolta industriale con l’apertura a Lambrate del primo stabilimento per la produzione organizzata su larga scala dei prodotti a lievitazione.
Con l’aumento della produzione fu così possibile rifornire le pasticcerie che non erano in grado di produrre in autonomia lo storico panettone milanese prodotto con il lievito madre.
Innovata la produzione bisognava ora adeguarsi al cambiamento dei tempi e delle abitudini degli italiani. Siamo infatti negli anni in cui si inizia a fare colazione fuori casa, quindi bisogna creare prodotti adatti a questa esigenza.
Dagli anni ’70, parallelamente alla produzione di panettoni e colombe viene aggiunta la produzione di numerosi altri prodotti dolciari: gelati, cannoli e biscotti, ma soprattutto i croissant congelati di cui Tre Marie diventa leader di mercato.
Nel 2000 viene proposta una novità assoluta, il primo croissant bicolore a doppia pasta. L’innovazione non sta solo nel prodotto, ma anche nella distribuzione : per la prima volta ci si rivolge direttamente al consumatore finale.
Come accaduto a molte aziende, anche questo storico marchio milanese ha subito la crisi. Nel 2013 la Sammontana, proprietaria del marchio, cede la produzione di “Tre Marie Ricorrenze” ( panettoni e colombe ) alla Galbusera, storica azienda dolciaria lombarda, mentre si tiene la produzione di gelati e congelati portando avanti così lo storico marchio.
Dopo tanto parlare di dolci, non vi è venuta voglia di fare un salto allo spaccio per assaporare lo storico panettone milanese ?
“Molto di più, niente di meno”, questo era lo slogan dell’ Innocenti, storica azienda italiana con sede a Milano, produttrice della mitica “Lambretta“, lo scooter rivale della “ Vespa” nei ruggenti anni ’60.
L’Innocenti fu fondata nel 1933 da Ferdinando Innocenti, ex-fabbro e costruttore meccanico, e aveva sede a Lambrate.
Nata come azienda produttrice di tubazioni meccaniche – i “tubi innocenti” senza giunti sono ancora oggi usati nella costruzione dei ponteggi – subì un cambiamento produttivo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Dai “tubi senza giunti” si passò prima alla produzione di scooter, poi, negli anni ’60, alla costruzione di auto, come la Austin A60 e successivamente, grazie ad un accordo di licenza con la British Motor Corporation, alla famosissima “Mini”.
Nel 1969 lo stabilimento di Lambrate dava lavoro ad oltre 6500 persone, la maggior parte impiegata nella produzione di autoveicoli.
Si potrebbe pensare ad una situazione florida in quegli anni per l’azienda milanese, ma in realtà era solo apparenza.
Siamo nel 1969, l’anno degli scioperi degli operai, delle richieste di rinnovo dei contratti.
In quell’anno le aziende milanesi vissero uno sciopero a settimana, con conseguente paralisi della produzione che iniziò dal settembre del 1969 e si prolungò fino alla fine dell’anno.
Anche l’Innocenti visse tutto ciò.
Agli scioperi rispose con la cassa integrazione straordinaria che però portò all’inasprimento dei rapporti con i lavoratori ed al blocco della produzione.
Erano gli anni di piombo.
Il primo esemplare di scooter made in Lambrate, uscì sul mercato italiano nel 1947 ed il nome fu un’idea dell’artista Daniele Oppi.
Ovviamente l’artista prese spunto dal Lambro, fiume che scorreva vicino allo stabilimento di Lambrate, oggi abbattuto e sostituito da un quartiere residenziale.
Insieme alla “Vespa” costruita dalla Piaggio, la Lambretta fu uno dei simboli del boom economico del dopoguerra e fu prodotta per 25 anni non solo in Italia, ma anche in Spagna, Cile, Brasile, Argentina ed India (in quest’ultimo fino al 1994 ).
Similari per tipologia di motore, entrambi a 2 tempi, i due scooter si differenziavano per la carrozzeria, la Lambretta era scarenata, mentre la rivale completamente carenata, e per la struttura tubolare, che sull’esemplare prodotto da Piaggio era un pezzo unico.
La rivalità con la Vespa si fece più accesa, quando la Lambretta fu prodotta completamente carenata.
Entrambe le aziende iniziarono a produrre modelli sempre più aerodinamici con lo scopo di ridurre l’impatto con l’aria e aumentarne la velocità su strada.
La Lambretta aerodinamica fece dei tempi e delle velocità da record per quegl’anni : riuscì a raggiungere i 201km/h in autostrada.
La versione TV fu invece il primo scooter al mondo a montare freni a disco.
L’ultimo modello prodotto si chiamava DL “ De Luxe”, uscì nel 1969 e disegnato da Bertone, già collaboratore con l’Innocenti per il design dell’auto “ Mini Bertone”.
Nel 1969 si producevano circa 170mila esemplari, ma nel 1971 la produzione scese a 45 mila, naturale fu quindi la decisione di abbandonare la costruzione di motoveicoli.
La produzione di auto nello stabilimento di Lambrate andò invece avanti anche negli anni ’80. Vi si producevano alcuni modelli della Maserati e della Chrysler.
Nel 1997 Fiat decise di non produrre più auto con il marchio Innocenti e di conseguenza venne abbandonato.
Oggi è possibile vedere esemplari di Lambretta in perfetto stato conservativo e leggere tutto sulla storia della Lambretta visitando il “ Museo dello scooter e della Lambretta” di Rodano, alle porte di Milano, oppure il “Museo della Lambretta” di Catanzaro.
Per anni Lambrate è stato uno dei quartieri più industriali di Milano, qui aveva sede la Faema, storica azienda italiana produttrice di macchine per il caffè.
La Faema , “ Fabbrica Apparecchiature Elettro Meccaniche e Affini” , è nata nel 1945 per idea di Carlo Ernesto Valente, ed in pochi anni si è affermata come una delle aziende leader sul mercato italiano e dei paesi latini.
La sede era in via Ventura 5, nel cuore di Lambrate.
Fin dagli anni ’60 è stata una delle aziende mondiali all’avanguardia nella produzione di macchine del caffè per bar, sempre alla ricerca della “macchina perfetta” in grado di esaltare al massimo l’aroma del caffè.
Nel 1961 brevettò una macchina, chiamata E61, che permetteva di sfruttare al meglio la polvere di caffè creando quindi un’espresso più aromatico e dalla crema più compatta.
Nel 1963, sempre con il nome di E61, fu brevettato un distributore automatico per bevande calde, che erogava l’infuso direttamente nel bicchiere di plastica.
Nei decenni successivi, Faema non ha mai smesso di migliorare dal punto di vista tecnologico le proprie macchine. Ha inserito sistemi di dosatura automatica del caffè, sistemi per migliorarne l’estrazione e moduli per migliorare la qualità di erogazione del latte e del vapore, così da preparare altre bevande come il cappuccino o il tè.
Non ha mai tralasciato però la qualità dei materiali utilizzati e l’estetica : il design di alcune macchine è disegnato da Giugiaro
Faema fu una delle prime aziende italiane a capire che l’investimento in pubblicità era fondamentale per la diffusione del brand, perchè come diceva Ford “Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l’orologio per risparmiare il tempo “.
E fu così che iniziarono le sponsorizzazioni nello sport.
Negli anni ’50 la Faema era sponsor della squadra di Rugby Treviso, diventata poi Benetton. Tra gli anni ’60 e ’70 sponsorizzò una squadra ciclistica. Per la Faema corsero campioni del ciclismo come Eddy Merckx, Rik Van Looy, Vittorio Adorni e Charly Gaul.
Oggi la Faema fa parte del Gruppo Cimbali, storici produttori milanesi di macchine per il caffè dal 1912 e la sede è a Binasco.
Gruppo Cimbali è un gruppo in continua crescita, nel 2017 ha registrato ricavi per oltre 180 milioni, un export che vale l’81% e una produzione annua di circa 47 mila macchine.
Per festeggiare i 100 anni di attività, il gruppo ha fondato la Mumac Academy e il Mumac, un museo delle macchina del caffè.
Il Mumac Academy è un’accademia, uno spazio di formazione e di incontro dove vengono organizzati corsi e workshop per professionistidel settore e semplici appassionati del caffè.
Invece, il palazzo storico della Faema di via Ventura, oggi è occupato dalla Scuola Mohole, scuola di Arti applicate e da quest’estate, dal bar-ristorante “Rooftop Visionair “
Raccontare la storia della Bombelli s.p.a., vuol dire scrivere un capitolo prestigioso della storia della Lambrate industriale
La Bombelli fu fondata nel 1889 da Angelo Bombelli ed era specializzata in opere di ferro battuto e strutture metalliche.
Nata in Viale Monza, nel 1929 si trasferisce in via Ventura 14.
Risalgono al 1935 i capannoni con le capriate in ferro ancora esistenti.
Non è possibile girare per Milano o Roma e non trovarsi di fronte le opere realizzate da questa eccellenza dell’imprenditoria italiana che già nel 1914 dava lavoro ad oltre 200 dipendenti.
Elencare tutte le opere costruite è impossibile, la Bombelli ha partecipato alla realizzazione delle più belle ed importanti opere in ferro battuto d’Italia.
Ne citiamo qualcuna ?
A Milano, l’arcata principale della Stazione Centrale di Milano alta 72 mt e larga 321 che resta ancora oggi la più grande realizzata in Italia oppure la Torre del Parco ( Torre Littoria ) in Parco Sempione.
A Roma, la struttura di metallo della Stazione Termini, il cancello dell’Altare della Patria che con il suo innovativo sistema di carrucole per la salita e la discesa rappresentava per quei tempi un’innovazione tecnologica.
Sempre a Roma, la Bombelli ha costruito il primo osservatorio astronomico di Monteporzio Catone e a seguire tutti gli osservatori italiani.
E come non citare le sedi italiane delle Banca d’Italia?
Tutto questo accadeva fino alla Seconda Guerra Mondiale.
Negli anni post bellici, le tecniche di costruzione ed il design architettonico cambiano e nelle facciate l’alluminio prende il posto del ferro battuto.
La Bombelli non può non rimanere al passo con i tempi e si adegua al cambiamento affiancando l’alluminio al ferro battuto.
Di questo periodo sono il Grattacielo Galbani e gli uffici della Fiera Campionaria a Milano, ma possiamo affermare che gran parte dei palazzi edificati in quegli anni con la facciata in alluminio, sono stati costruiti dalla Bombelli.
Ma la Bombelli è sempre in continua trasformazione!
Negli anni ’70 si attua una nuova trasformazione produttiva : la costruzione dei primi sgombraneve, di cui ancora oggi la Bombelli è un playmaker importante, e delle macchine per la nettezza urbana.
Ed infine arriviamo ai giorni nostri.
Questa eccellenza indutriale segue i tempi che cambiano ed oggi si è scissa in due realtà produttive :
Le sedi non sono più in Via Ventura, ma a Segrate e Varedo , ed il vecchio capannone anni ’30 viene utilizzato per eventi e mostre.
“Offcina Ventura 14”, questo il nome dato all’ex capannone industriale, è uno degli spazi più importanti e visitati durante la settimana del Design.
Diciamolo, un capannone con una storia industriale di 130 anni non poteva essere trasformato in un palazzo residenziale!