Demolire San Siro : sì o no? Il dubbio dell’estate 2019 che ha attanagliato non solo il Comune di Milano, proprietario dello stadio, ma anche i Milanesi è stato sciolto nella giornata del 28 ottobre : San Siro è salvo!
Lo Stadio Giuseppe Meazza, per tutti San Siro dal nome del quartiere in cui sorge, è uno dei monumenti icona della città di Milano insieme al Duomo, alla Triennale e al Castello Sforzesco.
Nel 2009 il “Times” lo ha inserito tra gli stadi più belli al mondo.
Ma la “Scala del Calcio “ ha la sua età. Inaugurato nel 1926, nel corso degli anni ha subito lavori di ampliamento ma oggi necessita di una grossa ristrutturazione, visti problemi di oscillamento.
Inter e Milan lunedì 28 ottobre 2019 hanno incassato il primo “sì” del Consiglio Comunale per la costruzione del nuovo stadio, progetto che comprenderebbe anche una riqualifica del quartiere, tema tanto caro alla Giunta Comunale che dovrà dare l’approvazione definitiva.
Il Consiglio Comunale ha quindi concesso il “pubblico interesse” ma dando una serie di linee guida che Inter e Milan dovranno rispettare se vogliono costruire il nuovo stadio in quell’area, la più importante “San Siro non si tocca”.
Le due squadre cittadine pertanto dovranno modificare il loro progetto iniziale che prevedeva l’abbattimento del Meazza per far posto ad un centro commerciale e parcheggi per la nuova arena.
Per il nuovo stadio Inter e Milan hanno stanziato un tetto di 1,2 miliardi, un investimento notevole ma visto il canone di affitto dimezzato rispetto all’attuale per San Siro, alle due società non occorrerà molto tempo per rientrare dell’investimento.
Il pomo della discordia con il Comune riguarda però la “ nuova vita” da dare a San Siro. Le due squadre non hanno infatti alcun interesse a tenerlo in vita e ben che meno a “riallocarlo” ad altro uso come potrebbe essere il calcio femminile, rugby o eventi.
Ovviamente se non si dovesse trovare un accordo le due società hanno già pronto il piano B : costruire il nuovo stadio a Sesto San Giovanni.
Con circa 76000 posti lo stadio Meazza è il secondo stadio più grande d’Italia, al primo posto vi è l’Olimpico.
E’ il sogno di ogni calciatore calpestare le zolle di erba del “ Tempio del Calcio”.
Sul suo prato verde si sono giocate sfide nazionali ed internazionali memorabili. Si è disputata la partita di apertura dei Mondiali del 1990.
Ma questo luogo ha una storia non solo legata al mondo del pallone.
Negli anni ’80 si decise di aprirlo anche ad eventi musicali.
Lo inaugurò Bob Marley il 27 giugno del 1980, dopo di lui altre stars internazionali hanno fatto tremare gli spalti con la loro musica: Bruce Springsteen, che rimane l’artista internazionale che ha calpestato più volte l’erba dello stadio, i Duran Duran, Michael Jackson, U2, Madonna, e tanti altri.
Nel 2007 Laura Pausini è stata la prima artista a fare sold out con una data. E come non citare Vasco Rossi che lo ha scelto come “seconda casa” e detiene il record di concerti mai realizzati da uno stesso artista su quel prato : 29 date dal 1990 e l’unico artista con più date consecutive.
Insomma, San Siro non è mai stato solo calcio, ecco perché la scelta, anzi il dictat del Comune di dargli nuova vita trasformandolo in un centro sportivo, musicale ed altro.
Quindi , per sapere come finirà la disputa, bisogna attendere le modifiche al masterplan del nuovo stadio! La redazione di Ventura Milano vi terrà aggiornata!
“Molto di più, niente di meno”, questo era lo slogan dell’ Innocenti, storica azienda italiana con sede a Milano, produttrice della mitica “Lambretta“, lo scooter rivale della “ Vespa” nei ruggenti anni ’60.
L’Innocenti fu fondata nel 1933 da Ferdinando Innocenti, ex-fabbro e costruttore meccanico, e aveva sede a Lambrate.
Nata come azienda produttrice di tubazioni meccaniche – i “tubi innocenti” senza giunti sono ancora oggi usati nella costruzione dei ponteggi – subì un cambiamento produttivo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Dai “tubi senza giunti” si passò prima alla produzione di scooter, poi, negli anni ’60, alla costruzione di auto, come la Austin A60 e successivamente, grazie ad un accordo di licenza con la British Motor Corporation, alla famosissima “Mini”.
Nel 1969 lo stabilimento di Lambrate dava lavoro ad oltre 6500 persone, la maggior parte impiegata nella produzione di autoveicoli.
Si potrebbe pensare ad una situazione florida in quegli anni per l’azienda milanese, ma in realtà era solo apparenza.
Siamo nel 1969, l’anno degli scioperi degli operai, delle richieste di rinnovo dei contratti.
In quell’anno le aziende milanesi vissero uno sciopero a settimana, con conseguente paralisi della produzione che iniziò dal settembre del 1969 e si prolungò fino alla fine dell’anno.
Anche l’Innocenti visse tutto ciò.
Agli scioperi rispose con la cassa integrazione straordinaria che però portò all’inasprimento dei rapporti con i lavoratori ed al blocco della produzione.
Erano gli anni di piombo.
Il primo esemplare di scooter made in Lambrate, uscì sul mercato italiano nel 1947 ed il nome fu un’idea dell’artista Daniele Oppi.
Ovviamente l’artista prese spunto dal Lambro, fiume che scorreva vicino allo stabilimento di Lambrate, oggi abbattuto e sostituito da un quartiere residenziale.
Insieme alla “Vespa” costruita dalla Piaggio, la Lambretta fu uno dei simboli del boom economico del dopoguerra e fu prodotta per 25 anni non solo in Italia, ma anche in Spagna, Cile, Brasile, Argentina ed India (in quest’ultimo fino al 1994 ).
Similari per tipologia di motore, entrambi a 2 tempi, i due scooter si differenziavano per la carrozzeria, la Lambretta era scarenata, mentre la rivale completamente carenata, e per la struttura tubolare, che sull’esemplare prodotto da Piaggio era un pezzo unico.
La rivalità con la Vespa si fece più accesa, quando la Lambretta fu prodotta completamente carenata.
Entrambe le aziende iniziarono a produrre modelli sempre più aerodinamici con lo scopo di ridurre l’impatto con l’aria e aumentarne la velocità su strada.
La Lambretta aerodinamica fece dei tempi e delle velocità da record per quegl’anni : riuscì a raggiungere i 201km/h in autostrada.
La versione TV fu invece il primo scooter al mondo a montare freni a disco.
L’ultimo modello prodotto si chiamava DL “ De Luxe”, uscì nel 1969 e disegnato da Bertone, già collaboratore con l’Innocenti per il design dell’auto “ Mini Bertone”.
Nel 1969 si producevano circa 170mila esemplari, ma nel 1971 la produzione scese a 45 mila, naturale fu quindi la decisione di abbandonare la costruzione di motoveicoli.
La produzione di auto nello stabilimento di Lambrate andò invece avanti anche negli anni ’80. Vi si producevano alcuni modelli della Maserati e della Chrysler.
Nel 1997 Fiat decise di non produrre più auto con il marchio Innocenti e di conseguenza venne abbandonato.
Oggi è possibile vedere esemplari di Lambretta in perfetto stato conservativo e leggere tutto sulla storia della Lambretta visitando il “ Museo dello scooter e della Lambretta” di Rodano, alle porte di Milano, oppure il “Museo della Lambretta” di Catanzaro.
Il 27 ottobre alle ore 6 del mattino riaprirà finalmente l’Aeroporto di Linate, chiuso dal 27 luglio per i lavori della prima fase del restyling che si completerà nel 2021.
Anche se la “Malpensa” è vicina, raggiungibile in circa 45 minuti, per tutti i milanesi “Linate” è l’aeroporto per antonomasia, a un tiro di schioppo dal centro e attaccato al quartiere di Lambrate.
Intitolato a Enrico Forlanini, inventore e pioniere dell’aviazione, fu costruito tra il 1933 ed il 1937 su una superficie di circa 3 milioni di mq, in sostituzione del vecchio campo di aviazione di Taledo, zona Mecenate, che era diventato ormai inadeguato per il traffico aereo milanese.
Negli anni ’60 Linate ha subito un grosso restyling che ha portato principalmente al prolungamento della pista.
Nulla paragonato al refitting iniziato quest’anno che lo trasformerà totalmente!
Nel 2021 del vecchio Linate rimarrà ben poco e sarà il primo scalo europeo con il miglior collegamento dal centro: sarà raggiungibile in 14 minuti grazie alla linea M4.
La ristrutturazione, articolata in più fasi, porterà anche un cambiamento e riqualifica della zona circostante soprattutto per la zona Idroscalo.
Un restyling che per anni è rimasto in un cassetto, in quanto era in dubbio la sorte dello scalo, data la vicinanza con Malpensa ed Orio al Serio.
Si parla di un investimento totale di oltre 60 milioni di euro, cifra notevole, ma necessaria per adeguare lo scalo anche dal punto di vista della sicurezza.
La prima fase di ristrutturazione iniziata a luglio 2019 ha riguardato :
Inoltre, con un investimento di circa 1,6 milioni di euro è stata rinnovata la zona lounge dedicata ai viaggiatori business, con la creazione della “ Vip Lounge Leonardo”
La prima tratta della linea M4 si aprirà proprio con la fermata Linate che consentirà non solo ai viaggiatori di raggiungere la City o, al contrario, lo scalo, in pochi minuti, ma permetterà ai cittadini di arrivare a l’Idroscalo a piedi, evitando così la stressante ricerca del parcheggio soprattutto durante gli eventi di grande importanza.
La seconda fase riguarderà la costruzione di un nuovo complesso direzionale ed un centro ricreativo usufruibile da tutti, portando avanti così il progetto del Comune di Milano di migliorare la vita dei cittadini riqualificando le periferie.
Per ora, l’Hangar Armani, costruito nel 1996, verrà solo spostato per lasciare spazio agli aerei, ma non demolito in quanto protetto dalla soprintendenza.
Linate rimarrà operativo in tutta la fase di completamento della ristrutturazione, grazie a piccoli cantieri che si apriranno nelle ore diurne e notturne, ma che non saranno di intralcio alla vita aeroportuale.
Insomma non ci resta che attendere il 27 ottobre per vedere il primo “City Airport Europeo” in Italia.
Sabato 5 ottobre nello Spazio Ventura XV in via Ventura 15 a Milano, si è aperta la Nikola Tesla Exhibition , mostra interattiva dedicata al famoso genio dell’elettricità.
L’esposizione, organizzata da Venice Exhibiton s.r.l. in collaborazione con il Nikola Tesla Museum di Belgrado, rimarrà aperta sino al 29 marzo 2020.
Occupa uno spazio espositivo di circa 1500 mq ed è la più grande mostra mai organizzata in onore di questo pioniere dell’elettricità.
Una esposizione che vuole raccontare l’intera vita di Tesla, le sue invenzioni e la rivalità con Thomas Alva Edison.
Nello spazio espositivo sono ricostruiti il laboratorio di Colorado Springs, dove nel 1899 riprodusse i fulmini artificiali, e la camera da letto n. 3327 nel New York Hotel, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita.
Sono presenti riproduzioni di macchine di sua invenzione e moltissimi documenti e reperti.
L’elemento più “elettrizzante” è sicuramente un’attrazione finale da 2 milioni di volts.
Nato in un paesino della Croazia nel 1856, fu un ingegnere elettrico, un fisico e un inventore.
Curioso fin dall’infanzia, durante i suoi studi al Politecnico di Graz iniziò ad appassionarsi all’energia e all’idea di controllare la corrente alternata.
Mosse i primi passi nella ricerca del motore a corrente alternata a Budapest per trasferirsi poi negli Stati Uniti, nella società di Thomas Alva Edison.
Purtroppo, le sue idee furono immediatamente bocciate da Edison in persona, ma lui decise comunque di rimanere per proseguire nelle sue ricerche.
I progressi nelle scoperte arrivarono, insieme alle delusioni che lo portarono dopo solo un anno a licenziarsi dalla Edison Machine Works e a fondare la “ Tesla Arc Light Co.” .
Dopo i primi successi arrivò una nuova battuta di arresto : venne derubato ed estromesso dalla società che lui stesso aveva fondato e per sbarcare il lunario, si trovò a fare il costruttore di strade.
Ma la vita è un’altalena.
Arrivò la sua rinascita nel 1887 con l’imprenditore George Westinghouse, fondatore della Westinghouse Eletric Co. con cui trovò un accordo per l’utilizzo dei suoi brevetti legati alla corrente alternata.
Questo fu il periodo della «guerra della corrente elettrica» con il rivale Edison, a cui la mostra dedica un’intera sezione.
Questa guerra, nonostante i tentativi di screditamento da parte di Edison, vide uscire Tesla vincitore, perché fu innegabile il risparmio di energia generato dalla corrente alternata con conseguente diminuzione delle dimensioni dei cavi elettrici e quindi abbattimento dei costi.
La Westinghouse Eletric Co costruì in quegli anni, oltre 30 centrali elettriche e rifornì di energia 130 città. A questo punto l’ingenuità di Tesla per gli affari fece nuovamente capolino.
I soci di Westinghouse decisero di modificare l’accordo con l’inventore, il contratto venne annullato e a Tesla riconosciuto un modesto importo forfettario.
Ma Tesla non si fermò. Applicò i suoi brevetti alla trasmissione wireless di energia e fece una dimostrazione sbalorditiva per quegli anni : pilotò una barca telecomandata. A lui si deve l’invenzione del telecomando.
Dopo l’incendio del laboratorio di New York, nel 1899 si trasferì in quello nuovo di Colorado Springs dove proseguì i suoi esperimenti con l’utilizzo della “bobina di Tesla”.
Morì nel 1943 all’età di 86 anni.
I litigi per i brevetti sono proseguiti anche dopo la sua morte. Non possiamo non citare quello che ha attribuito a Tesla l’invenzione della radio ai danni del nostro inventore Guglielmo Marconi.
Il costo del biglietto è di euro 17,00 dal lunedì al venerdì, ed euro 18,00 sabato e domenica ed include una guida,
Gli orari di apertura: dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 19.00, sabato e domenica dalle 9.30 alle 20.30 (ultimo ingresso alle 19.30)
Per anni Lambrate è stato uno dei quartieri più industriali di Milano, qui aveva sede la Faema, storica azienda italiana produttrice di macchine per il caffè.
La Faema , “ Fabbrica Apparecchiature Elettro Meccaniche e Affini” , è nata nel 1945 per idea di Carlo Ernesto Valente, ed in pochi anni si è affermata come una delle aziende leader sul mercato italiano e dei paesi latini.
La sede era in via Ventura 5, nel cuore di Lambrate.
Fin dagli anni ’60 è stata una delle aziende mondiali all’avanguardia nella produzione di macchine del caffè per bar, sempre alla ricerca della “macchina perfetta” in grado di esaltare al massimo l’aroma del caffè.
Nel 1961 brevettò una macchina, chiamata E61, che permetteva di sfruttare al meglio la polvere di caffè creando quindi un’espresso più aromatico e dalla crema più compatta.
Nel 1963, sempre con il nome di E61, fu brevettato un distributore automatico per bevande calde, che erogava l’infuso direttamente nel bicchiere di plastica.
Nei decenni successivi, Faema non ha mai smesso di migliorare dal punto di vista tecnologico le proprie macchine. Ha inserito sistemi di dosatura automatica del caffè, sistemi per migliorarne l’estrazione e moduli per migliorare la qualità di erogazione del latte e del vapore, così da preparare altre bevande come il cappuccino o il tè.
Non ha mai tralasciato però la qualità dei materiali utilizzati e l’estetica : il design di alcune macchine è disegnato da Giugiaro
Faema fu una delle prime aziende italiane a capire che l’investimento in pubblicità era fondamentale per la diffusione del brand, perchè come diceva Ford “Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l’orologio per risparmiare il tempo “.
E fu così che iniziarono le sponsorizzazioni nello sport.
Negli anni ’50 la Faema era sponsor della squadra di Rugby Treviso, diventata poi Benetton. Tra gli anni ’60 e ’70 sponsorizzò una squadra ciclistica. Per la Faema corsero campioni del ciclismo come Eddy Merckx, Rik Van Looy, Vittorio Adorni e Charly Gaul.
Oggi la Faema fa parte del Gruppo Cimbali, storici produttori milanesi di macchine per il caffè dal 1912 e la sede è a Binasco.
Gruppo Cimbali è un gruppo in continua crescita, nel 2017 ha registrato ricavi per oltre 180 milioni, un export che vale l’81% e una produzione annua di circa 47 mila macchine.
Per festeggiare i 100 anni di attività, il gruppo ha fondato la Mumac Academy e il Mumac, un museo delle macchina del caffè.
Il Mumac Academy è un’accademia, uno spazio di formazione e di incontro dove vengono organizzati corsi e workshop per professionistidel settore e semplici appassionati del caffè.
Invece, il palazzo storico della Faema di via Ventura, oggi è occupato dalla Scuola Mohole, scuola di Arti applicate e da quest’estate, dal bar-ristorante “Rooftop Visionair “
Se pensiamo a via Ventura e Lambrate come un grande laboratorio di arte, design e comunicazione, la Scuola Mohole era l’elemento mancante nel Distretto.
Approdata in via Ventura 5 nel 2015, occupa oggi 2500 mq degli spazi che erano la sede della Faema, storica azienda produttrice di macchine per il caffè.
Mohole nasce come laboratorio di linguaggio nell’ormai lontano 1998 su idea di Cosimo Lupo e Vito Longo, ma il nome fu trovato soltanto nel 2004.
Era uno spazio di 40 mq in Piazzale Susa a Milano, in cui confluivano idee e progetti, in cui le varie arti si influenzavano a vicenda.
Con la continua crescita, il passaggio da semplice laboratorio a scuola di formazione era inevitabile e così, nel 2005, il laboratorio diventa una Factory che conta oggi circa 700 studenti all’anno, seguiti da circa 100 professori.
Vi starete domandando il significato della parola “Mohole”.
Mohole è un personaggio non realizzato di Italo Calvino a cui i fondatori di questa scuola hanno voluto dare un’anima, una voce.
Mohole è un laboratorio in continua evoluzione che racchiude e sviluppa tante forme di comunicazione.
Quindi, definire la Scuola Mohole come la classica scuola di “ Arti applicate” o “Scuola di Comunicazione” sarebbe troppo riduttivo.
Film, comunicazione e storytelling sono le materie base di questa scuola, che danno origine ad altri corsi di durata breve o lunga.
Si spazia dal filmaking alla recitazione, dal 3DAnimation al fumetto, dal web al mondo social, dalla scrittura di un blog o presentazione aziendale alla sceneggiatura, senza tralasciare la fotografia
Proprio perché Mohole non è la solita scuola di comunicazione, ma una scuola che vuole uscire dai classici schemi della didattica e permettere ai propri studenti di “tirare fuori” il meglio delle proprie capacità, l’insegnamento è articolato in lezioni attive, workshop e laboratori.
Inoltre va segnalato che Mohole offre ai propri studenti un servizio post corso unico e di grande valore : il servizio di “Job e Stage Placement”, un supporto completo per entrare nel mondo del lavoro.
Grazie a questo caleidoscopio di corsi e attività , la Scuola Mohole rappresenta uno dei players più innovativi e attivi del Distretto.
Ha partecipato con workshop e mostre alla Lambrate Design District, il Fuorisalone di Lambrate che attira ogni anno circa centomila visitatori, ma anche alla Milano Digital Week , la settimana della Yes Milano dedicata al mondo digital.
La scuola Mohole si integra perfettamente nel quartiere che è sempre in continua evoluzione ed influenzato dal mondo dell’arte e del design in ogni settore.
Volete visitare questa scuola perché le arti e la comunicazione sono il vostro mood ?
Il 10 ottobre ci sarà un Open Day ! Visitate il sito https://scuola.mohole.it/ per maggiori informazioni!
Ventura Milano sarà presente con la sua redazione!
P.s. Un’altra scuola unica a Lambrate e a Milano è la The Britsh School of Milan! Scoprite di più cliccando sul link!
Raccontare la storia della Bombelli s.p.a., vuol dire scrivere un capitolo prestigioso della storia della Lambrate industriale
La Bombelli fu fondata nel 1889 da Angelo Bombelli ed era specializzata in opere di ferro battuto e strutture metalliche.
Nata in Viale Monza, nel 1929 si trasferisce in via Ventura 14.
Risalgono al 1935 i capannoni con le capriate in ferro ancora esistenti.
Non è possibile girare per Milano o Roma e non trovarsi di fronte le opere realizzate da questa eccellenza dell’imprenditoria italiana che già nel 1914 dava lavoro ad oltre 200 dipendenti.
Elencare tutte le opere costruite è impossibile, la Bombelli ha partecipato alla realizzazione delle più belle ed importanti opere in ferro battuto d’Italia.
Ne citiamo qualcuna ?
A Milano, l’arcata principale della Stazione Centrale di Milano alta 72 mt e larga 321 che resta ancora oggi la più grande realizzata in Italia oppure la Torre del Parco ( Torre Littoria ) in Parco Sempione.
A Roma, la struttura di metallo della Stazione Termini, il cancello dell’Altare della Patria che con il suo innovativo sistema di carrucole per la salita e la discesa rappresentava per quei tempi un’innovazione tecnologica.
Sempre a Roma, la Bombelli ha costruito il primo osservatorio astronomico di Monteporzio Catone e a seguire tutti gli osservatori italiani.
E come non citare le sedi italiane delle Banca d’Italia?
Tutto questo accadeva fino alla Seconda Guerra Mondiale.
Negli anni post bellici, le tecniche di costruzione ed il design architettonico cambiano e nelle facciate l’alluminio prende il posto del ferro battuto.
La Bombelli non può non rimanere al passo con i tempi e si adegua al cambiamento affiancando l’alluminio al ferro battuto.
Di questo periodo sono il Grattacielo Galbani e gli uffici della Fiera Campionaria a Milano, ma possiamo affermare che gran parte dei palazzi edificati in quegli anni con la facciata in alluminio, sono stati costruiti dalla Bombelli.
Ma la Bombelli è sempre in continua trasformazione!
Negli anni ’70 si attua una nuova trasformazione produttiva : la costruzione dei primi sgombraneve, di cui ancora oggi la Bombelli è un playmaker importante, e delle macchine per la nettezza urbana.
Ed infine arriviamo ai giorni nostri.
Questa eccellenza indutriale segue i tempi che cambiano ed oggi si è scissa in due realtà produttive :
Le sedi non sono più in Via Ventura, ma a Segrate e Varedo , ed il vecchio capannone anni ’30 viene utilizzato per eventi e mostre.
“Offcina Ventura 14”, questo il nome dato all’ex capannone industriale, è uno degli spazi più importanti e visitati durante la settimana del Design.
Diciamolo, un capannone con una storia industriale di 130 anni non poteva essere trasformato in un palazzo residenziale!
Un vagone di un treno anni ’30 trasformato in un bar non è una novità a Milano, ma “Il Vagone” creato da Cascina Biblioteca non è il classico bar.
E’ un’iniziativa di cooperazione ed inclusione sociale, gestita da persone speciali.
Cascina Biblioteca è una cooperativa sociale che ha come Mission quella di aiutare le persone che presentano delle fragilità, trasformando le loro “debolezze” in risorse.
Ha sede in una vera e propria cascina lombarda del 1200, ristrutturata a fine degli anni ’70 dal Comune di Milano che l’aveva acquistata intorno agli anni ’60.
L’indirizzo preciso è via Casoria 50, nei pressi del Parco Lambro.
Ma in che modo trasformano queste debolezze in risorse ?
Semplicemente, inserendo queste persone speciali nel mondo del lavoro, dando loro l’opportunità di non essere emarginati da una società frenetica e spesso poco ben disposta ad aiutare persone con disabilità.
Ecco quindi l’idea di trasformare un vagone di un treno in un bar e posizionarlo in mezzo al verde.
Un Bar aperto a tutti, piccoli e grandi, dove poter bere una birra con amici oppure un caffè lavorando al pc e utilizzando la connessione wifi free.
Dove organizzare eventi, feste private e serate di intrattenimento di musica live, dove leggere libri grazie al servizio book sharing.
Uno spazio polifunzionale che vuole essere un luogo di aggregazione e di inclusione per gli abitanti del quartiere e non solo, ma soprattutto un luogo dove dare lavoro a persone con delle disabilità.
Cascina Biblioteca non è nuova ad attività di questo tipo.
Le loro attività lavorative di inserimento sono svariate : dall’apicoltura alla manutenzione del verde, dalle scuderie a lavori di edilizia.
Tutto l’anno organizzano eventi per creare inclusione coinvolgendo anche anziani e bambini.
Quindi voi cosa aspettate a provare questo luogo magico ?
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Presentato il palinsesto della YesMilano 2020, il format di promozione della Città ideato dal Comune di Milano.
Già perché Milano, non è solo Fashion Week o Design Week.
Non è solo la “Milano da bere” del mitico spot dell’Amaro Ramazzotti.
Basta guardare il palinsesto della YesMilano per capire che la City è molto di più !
Il 2020 si apre con la Milano Fashion Week uomo e poi donna, evento che per una settimana trasforma Milano nella Capitale mondiale della moda . Sfilate, party e workshop tutti all’insegna della moda.
Segue la Milano Museo City e la Milano Digital Week, la settimana dedicata alla cultura digitale che ogni anno acquista sempre più importanza.
Aprile è il mese dell’arte e del Design con la Milano Art Week e la Milano Design Week che in quarant’anni è diventato l’appuntamento più importante al mondo del design legato all’arredamento.
Maggio è il mese della Musica con la Milano Piano City, del food con la Milano Food City e della trasformazione urbana con la Milano Arch Week.
Con l’estate si ritorna a parlare di moda con l’edizione di giugno della Milano Fashion Week e nello stesso mese ci svolgerà anche la Milano Photo Week, la settimana dedicata alla fotografia.
Il ritorno in città dopo le vacanze estive si presenta ricco di eventi. Settembre sarà un mese pieno di opportunità.
Di fianco alle ormai note Fashion week e Milano Movie Week, la sette giorni dedicata al cinema, ci saranno :
Sede della “Scala del Calcio” , lo Stadio di San Siro, e dando i natali a due delle squadre di calcio più forti al mondo , Inter e Milan, non poteva mancare a Milano una settimana dedicata allo sport più amato dagli italiani.
Si parlerà di calcio, della storia del calcio e di come questo sport può creare inclusione.
Tra la fine di settembre e i primi di ottobre ci sarà la Milano Pet Week settimana dedicata ai nostri amici a 4 zampe.
L’autunno inizierà con la Milano Montagna Week dedicata alla promozione del mondo montano e si proseguirà con la Milano Fall Design City dedicata agli operatori del settore.
Novembre sarà il mese dedicato al libro con la Milano Book City.
Ma novembre sarà anche il mese della musica con la Milano Music Week. Durante questa settimana, la città sarà inondata di musica con eventi di ogni tipo : djset, workshop e conferenze.
E non dimentichiamoci che sempre in novembre ci sarà Jazzmi!
E Ventura Milano con Lambrate in quali eventi verrà coinvolta oltre alla Milano Design Week ?
Continuate e a seguirci e lo scoprirete!
“Le periferie sono il futuro” come afferma Renzo Piano!
Anche il Comune di Milano è di questo avviso, e sta prestando sempre maggiore attenzione alla qualità della vita dei cittadini nei quartieri periferici.
L’Amministrazione Comunale supporta la rigenerazione urbana e la riqualifica dei quartieri non centrali, attraverso due bandi: “ Bando delle Periferie” e “ Prossima Impresa”.
Il “ Bando delle periferie”, lanciato nel 2017, con uno stanziamento iniziale di mezzo milione di euro, è giunto alla terza edizione con un plafond di 1 milione di euro.
Scopo del bando è quello di supportare iniziative culturali, sportive e formative che migliorino la vita degli abitanti dei quartieri creando occasioni di aggregazione.
Già perché gli interventi di riqualifica strutturali fatti dal Comune per funzionare devono essere inseriti in un contesto recettivo dal punto sociale.
Il secondo bando, creato in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, si chiama “Prossima Impresa” ed è rivolto alla rigenerazione dei quartieri dal punto di vista economico.
Creare attività commerciali per migliorare l’attrattività dei quartieri.
Lo scopo primario è di evitare che i quartieri periferici si trasformino in quartieri dormitorio, soprattutto in zone, come Lambrate, dove gli spazi industriali hanno lasciato il posto a palazzi residenziali.
Un secondo obiettivo è quello di creare posti di lavoro in zone decentrate.
Ma quali sono le attività commerciali ammesse?
Ad eccezione di locali per scommesse, per massaggi e vendita di superalcolici e qualche altro che non rientrano nelle attività ammesse, viene dato libero spazio alla fantasia imprenditoriale.
I progetti presentabili possono riguardare attività di servizi, commercio, manifattura e artigianato, con il solo vincolo di avere almeno una vetrina su strada.
Particolare attenzione viene data ai progetti di imprenditoria femminile, di riqualifica di spazi dismessi ed al presidio di vie poco popolate.
Quali saranno quindi le nuove attività che vedranno la luce nel nostro Distretto ?
Per ora dobbiamo attendere!
Il bando “Prossima Impresa” si aprirà il 17 settembre 2019 e le domande saranno presentabili fino al 19 novembre 2019.
Ma Voi continuate a seguirci!
La redazione di Ventura Milano vi terrà informati!
Il Fuorisalone si svolge fin dal 1980 in parallelo al Salone Internazionale del Mobile, e nel corso degli anni ha acquistato sempre più importanza, contribuendo a portare la Città di Milano al centro del design mondiale.
Sono eventi, installazioni, conferenze che si svolgono per la città durante la settimana del Design.
Secondo dati ufficiali rilasciati dal Comune di Milano, l’edizione del 2019, con oltre 1300 eventi, ha avuto più di 300000 utenti provenienti da tutto il mondo con un indotto per la città di oltre 19 miliardi .
Salone e Fuorisalone sono la Milano Design Week, l’evento più importante al mondo per il Design.
Fu la rivista “Interni”, nel lontano 1991, a consacrare il Fuorisalone a livello internazionale, dedicandogli una guida apposita nel momento in cui gli eventi che si svolgevano in città erano in crescendo sia per quantità che per importanza.
A dire il vero, è stata proprio “Interni” a coniare il logo “Fuorisalone” e “ Milano capitale del Design”.
Dal 2003 la guida ufficiale dell’evento è Fuorisalone.it che ha lo scopo di supportare gli organizzatori e le aziende attraverso la promozione e la comunicazione degli eventi.
Il Fuorisalone si svolge in varie zone della città, e dal 2010 vede coinvolto anche il quartiere di Lambrate.
Le vie calde sono : Via Ventura, da cui ha avuto origine il Lambrate District, Via Massimiano, Via Conte Rosso e Via Sbodio.
La “Brooklyn Italiana” , epiteto del Distretto di Lambrate, ospita nei suoi spazi ex-industriali un caleidoscopio di designer di ogni nazionalità.
Dai 30000 visitatori della prima edizione del 2010 si è arrivati ai 100000 dell’edizione del 2019, su circa 13000mq di area espositiva.
Sicuramente nel corso degli anni il Distretto è diventato tra i protagonisti indiscussi del Fuorisalone, merito della cooperazione di tutti gli operatori del quartiere : designer, architetti, scuole di grafica per citarne qualcuno.
Innovazione, creatività e sperimentazione sono gli elementi alla base del Fuorisalone di Lambrate, il tutto rappresentato in eventi di ogni tipo.
Già perché la caratteristica del Fuorisalone è proprio quella di presentare le novità di design e di arredamento fuori dai classici “schemi” della Fiera.
La settimana del Design nel distretto Ventura Milano si anima con mostre, workshop, conferenze e party fino a tarda notte, il tutto per catapultare i visitatori in uno scenario unico : un ex quartiere industriale trasformato in un’isola del design.
Ogni spazio viene coinvolto e utlizzato durante la settimana la settimana.
Ex capannoni industriali diventano sede di esposizioni di design per hotel, autofficine convertite in showroom, giardini privati e terrazze trasformati in location per party con lo scopo di creare opportunità per nuove connessioni tra artisti ed imprenditori.
L’edizione del 2020 si svolgerà tra il 20 ed il 26 aprile.
Ventura Milano vi terrà aggiornati!
Ventura Milano è un progetto culturale che ha l’obiettivo di sostenere il ruolo del Distretto di Lambrate all’interno della città di Milano.
Vuole essere il collante del quartiere tra arte, industria, commercio, design, innovazione e tecnologia.
Ventura Milano vuole mantenere vivo tutto l’anno un Distretto storico della città, attraverso la promozione e l’organizzazione diretta di attività culturali come workshop, conferenze, mostre e spettacoli di divertimento.
E’ anche un magazine per raccontare quotidianamente una zona di Milano sempre più in fermento ed in continua evoluzione, buttando sempre un occhio a quello che accade nel resto della città.
Ventura Milano attraverso i propri mezzi di comunicazione, magazine ed i propri profili social Facebook , Instagram e Twitter presenterà un quartiere che non vive solo di Fuori Salone.
Nasce da due desideri :
Infatti, l’opinione comune, associa il Distretto al solo Design, come se Lambrate vivesse esclusivamente durante la settimana del FuoriSalone e tornasse a dormire durante il resto dell’anno.
Lambrate è un quartiere in fermento tutto l’anno.
Non è solo Milano Design Week, ma è anche Milano Digital Week e Milano Fashion Week per citare alcuni degli eventi più importanti ed internazionali della Città di Milano.
Mostre d’arte, concerti, sfilate ed eventi di ogni genere si svolgono durante tutto l’anno .
Non è possibile visitare la città e non fare un salto a Lambrate, quartiere che fino al 1923 era un municipio indipendente, separato dalla metropoli.
Fin dagli anni ’30 del secolo scorso, è stato uno dei distretti industriali più importanti e attivi di Milano.
Era sede di fabbriche come l’Innocenti, la Faema e la Angelo Bombelli per citarne solo qualcuna, che da sole davano lavoro ad oltre 5000 operai.
A partire dagli anni ’70 la crisi industriale, ha portato alla chiusura di alcune realtà produttive ed altre si sono delocalizzate in zone più esterne della città lasciando sempre più spazio all’edilizia residenziale.
Con l’inizio del nuovo Millennio, Lambrate ha subito una rigenerazione urbana e architettonica al punto da essere chiamata la “Nuova Brooklyn Italiana”.
Negli anni ‘2000, aprono gallerie d’arte e scuole di grafica, studi di architettura e società di comunicazione, coworking e nuovi locali per il divertimento ed intrattenimento si affiancano a quelli già esistenti.
I capannoni industriali si trasformano in centri per esposizioni, mostre, eventi e fiere del Vintage.
Lambrate è diventata una delle zone centrali del Fuori Salone, l’evento più importate al mondo del design legato all’arredamento che attira designer o semplici appassionati da tutto il mondo.
Via Ventura, Via Massimiano, Via Conte Rosso e Via Sbodio sono le vie “calde” del Fuorisalone di Lambrate.
Oltre 100 mila persone hanno transitato per queste vie durante l’edizione del 2019.
Autofficine vengono trasformate in spazi espositivi, ex capannoni industriali ospitano workshop e mostre di giovani artisti.
Giardini privati e terrazze diventano discoteche a cielo aperto per ballare e socializzare e magari dare origine a nuove idee imprenditoriali.
Oggi Lambrate è uno dei quartieri più alla moda ed internazionali di Milano dove convivono il passato ed il moderno.
Ricordiamoci : “Il Futuro è nelle periferie” cit. Enzo Piano