Da semplice verde di una rotatoria in cui convergono sette vie, a giardino giapponese. Questo sarà il nuovo aspetto di Piazza Piola.
I primi di marzo sono iniziati i lavori di riqualifica di Piazza Piola, un semplice verde che tra pochi giorni si trasformerà in un piccolo giardino giapponese.
L’intervento si inserisce nel progetto del Comune di Milano “ Cura e adotta il verde pubblico” ed è opera di Livia Pomodoro e Spazio Teatro No’Hma Teresa Pomodoro.
L’ex Presidente del Tribunale dei minori di Milano porta avanti la conduzione dello Spazio Teatro No’Hma dopo la scomparsa della sorella Teresa Pomodoro, attrice, drammaturga e musa ispiratrice del Teatro No’Homa.
Il nuovo spazio sarà un giardino giapponese e una sorta di teatro a cielo aperto.
Un monumento composto da cinque gradoni cilindrici di diverse altezze sui cui saranno poste le opere dello scultore Kengiro Azuma: “Colloquio”, una scultura formata da due rospi in bronzo, e la “MU – 765 Goccia” installazione che richiama proprio una scenografia teatrale.
Il passaggio pedonale di via Pacini permetterà di raggiungere il monumento attraverso una nuova pavimentazione larga quattro metri in direzione del teatro che rappresenterà una sorta di dialogo tra Teresa Pomodoro e l’artista Azuma.
A completarlo ci saranno : ventuno alberi di ciliegio, undici panchine in granito rosa e un percorso pedonale a forma di goccia per richiamare l’acqua questi saranno alcuni degli elementi di questo nuovo spazio verde.
L’arte, la cultura ed il verde si fondono per dare una nuova veste a questa piazza.
Ma se la riqualifica di Piazza Piola ha riscosso successo sui social da parte degli abitanti del quartiere, non altrettanto è accaduto ad un palazzo del Municipio 3.
Si tratta della ristrutturazione del palazzo liberty di via Aldrovandi all’incrocio con via Plinio, sede dell’Hotel Demidoff già Albergo Plinius.
A scatenare il dibattito sui social è stato il colore scelto della facciata : nero, “total black”!
L’hotel, progettato dall’architetto milanese Egidio Corti, fu costruito nel 1931 in perfetto stile liberty e con una forma particolare “ a ferro da stiro” che però si adattava perfettamente al contesto del quartiere.
Ovviamente il nuovo colore, realizzato da Edilizia Acrobatica, veri e propri imbianchini che si calano dall’altro con delle corde ( in questo modo si evita il costo del ponteggio e dell’occupazione di suolo pubblico ), ha attirato l’attenzione degli abitanti del quartiere che si sono scatenati con accese critiche sui social.
“Funereo” , “ Tetro”, “non valorizza la decorazione in stile liberty della facciata ” questi alcuni dei commenti contro la nuova colorazione,
Contrari al nuovo colore anche associazioni e ambientalisti.
In primis l’associazione “Italia Liberty”, che sul loro sito ha scritto “Il Liberty, come tutta la corrente artistica dell’Art Nouveau, richiamava alla natura e alla fioritura, dipingere di nero la facciata equivale a dare uno schiaffo alla moralità e all’ideologia di quegli artisti”.
A loro si è aggiunta la corrente ambientalista di Milano.
“La facciata nera favorisce un forte assorbimento di energia solare contribuendo a creare l’effetto isola di calore, con innalzamenti di temperatura rispetto a quella reale dell’aria, con conseguenti maggiori consumi estivi per il condizionamento” spiega Mariolina De Luca dei Verdi.
Ma bisogna precisare che c’è anche chi apprezza questa scelta cromatica in quanto, secondo loro, richiama alcuni palazzi adibiti a hotel di Londra.
Tutto ciò hanno attirato l’attenzione del Municipio 3 e del Comune di Milano, e la risposta non si è fatta attendere.
Massimo Scarinzi, Assessore alle Attività Produttive e Lavoro, Commercio e Sport presso il Municipio 3 del Comune di Milano: “dopo le tante segnalazioni sul palazzo di via Plinio angolo Aldrovandi è stata fatta chiarezza sulla vicenda: per questo tipo di colorazioni non è richiesta alcuna autorizzazione comunale. Sul palazzo non c’è un vincolo paesaggistico o della sovrintendenza quindi l’impresa non ha necessità di ottenere alcuna autorizzazione”.
E voi cosa ne pensate ?
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La rigenerazione e riqualificazione del quartiere di Lambrate prosegue nonostante l’emergenza sanitaria in corso, ora è il momento di Scalo Lambrate.
L’area fa parte del piano strategico di Milano “Reinventing Cities” il progetto di riqualifica delle stazioni ferroviarie dismesse.
Il piano di rinnovamento urbano che coinvolgerà Milano nei prossimi 20 anni, ha l’obiettivo di rinnovare i sette scali ferroviari dismessi della città
Scalo Lambrate si estende tra via Saccardo e San Faustino ed è ad un tiro di schioppo dalla stazione ferroviaria di Lambrate non lontano quindi dal Politecnico.
Il sito, di oltre 70 mila mq, è appunto uno scalo merci dismesso delle Ferrovie usato fino agli anni ‘90 per lo stoccaggio di treni merci e come magazzino ad uso logistico.
Il Comune di Milano punta ad una vera e propria trasformazione dell’area con la realizzazione di un quartiere sostenibile.
Il progetto vincitore dovrà presentare un’offerta equilibrata tra parte residenziale , parte di edilizia residenziale sociale a prezzi quindi accessibili e calmierati ed aree a verde con spazi pubblici e servizi utili alla comunità.
L’amministrazione comunale porta avanti l’idea di una Milano più green e quindi ha previsto come vincolo di realizzazione, che il 60% dell’area, circa 42.122 mq, sia adibita a verde pubblico attrezzato, con aree pedonali pavimentate e percorsi.
Un progetto decisamente importante che migliorerà sicuramente l’aspetto del quartiere di Lambrate traghettandolo sempre di più verso l’immagine di un quartiere residenziale.
La trasformazione, che ha preso il via negli anni 2000, è proseguita nel corso di due decenni con la riqualificazione di ex-siti industriali.
Vi ricordiamo quest’estate l’acquisto da parte della Borio Mangiarotti S.p.a. dell’ex area Sammontana limitrofa allo Scalo.
I risultati del vincitore del bando verranno resi noti entro la fine di marzo.
Nell’attesa di conoscere quale progetto avrà la meglio e quale sarà quindi la nuova immagine dello Scalo, lo spazio è stato oggetto di una piccola riqualifica che ha visto l’apertura temporanea di un luogo innovativo e di design.
Infatti questo fine settimana si è inaugurato il “ The Sanctuary Milan “, fratello gemello del più famoso The Sanctuary Retrait di Roma, uno spazio ricavato in un ex deposito industriale delle Ferrovie.
Un’area che ha mantenuto, nonostante la ristrutturazione, la sua connotazione “industrial” e che al suo interno “trasuda” design.
Ferro , cemento e rotaie sono diventati un’oasi metropolitana nel mezzo di un ex-quartiere industriale.
Uno spazio di 1500 mq adibito a coworking, mostre, gallerie d’arte con un’area bar e per mangiare.
Uno spazio polifunzionale e innovativo che sicuramente farà parlare di sé.
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