Milano in novembre è la capitale del Jazz con Jazzmi!
Domani, 1 novembre 2019, inizierà la quarta edizione di Jazzmi, dieci giorni di eventi dedicati alla musica jazz sparsi per tutta la città di Milano.
L’evento, ideato da Triennale Teatro dell’Arte e Ponderosa Music & Art in collaborazione con il Blue Note di Milano, è supportato dalla Regione Lombardia e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano.
Numerosi i partner coinvolti.
Intesa San Paolo, il Corriere della Sera e Radio Montecarlo per citarne solo qualcuno, oltre agli stessi spazi in cui si svolgerà questa dieci giorni musicale.
100 le location coinvolte,190 gli eventi di cui 80 ad ingresso gratuito.
Talenti emergenti e figure storiche del mondo jazz si affiancheranno sui vari palcoscenici per questa quarta edizione del Festival.
Obiettivo della manifestazione è quello di diffondere la cultura della musica jazz e di farla uscire dallo stereotipo di “Musica di nicchia”.
Per raggiungere lo scopo si sono voluti creare 7 percorsi differenti.
Così parallelamente ai concerti e seminari con critici ed esponenti della scena musicale, si sono affiancate proiezioni di film, laboratori per bambini, masterclass, mostre e presentazioni editoriali.
Ogni quartiere della città sarà coinvolto dalle note di Jazzmi dal momento che le location sono veramente numerose.
Dalla Triennale al Blue Note, dal Circolo Magnolia alla Santeria, dal Base all’Alcatraz queste alcuni dei palchi principali.
Anche il quartiere di Lambrate verrà invaso dalle sonorità della musica jazz, la location coinvolta è Osteria Milano in via privata G.Sbodio 20.
Giovedì 7 novembre alle ore 22.30 infatti ci sarà l’esibizione di “Giovanni Di Giacomo Quartet” un quartetto con un repertorio basato sul jazz americano dagli anni’50 ad oggi.
Questo è uno degli eventi ad ingresso gratuito!
Per maggiori informazioni su tutto il programma di questi dieci giorni all’insegna della musica jazz visitate il sito www.jazzmi.it
Demolire San Siro : sì o no? Il dubbio dell’estate 2019 che ha attanagliato non solo il Comune di Milano, proprietario dello stadio, ma anche i Milanesi è stato sciolto nella giornata del 28 ottobre : San Siro è salvo!
Lo Stadio Giuseppe Meazza, per tutti San Siro dal nome del quartiere in cui sorge, è uno dei monumenti icona della città di Milano insieme al Duomo, alla Triennale e al Castello Sforzesco.
Nel 2009 il “Times” lo ha inserito tra gli stadi più belli al mondo.
Ma la “Scala del Calcio “ ha la sua età. Inaugurato nel 1926, nel corso degli anni ha subito lavori di ampliamento ma oggi necessita di una grossa ristrutturazione, visti problemi di oscillamento.
Inter e Milan lunedì 28 ottobre 2019 hanno incassato il primo “sì” del Consiglio Comunale per la costruzione del nuovo stadio, progetto che comprenderebbe anche una riqualifica del quartiere, tema tanto caro alla Giunta Comunale che dovrà dare l’approvazione definitiva.
Il Consiglio Comunale ha quindi concesso il “pubblico interesse” ma dando una serie di linee guida che Inter e Milan dovranno rispettare se vogliono costruire il nuovo stadio in quell’area, la più importante “San Siro non si tocca”.
Le due squadre cittadine pertanto dovranno modificare il loro progetto iniziale che prevedeva l’abbattimento del Meazza per far posto ad un centro commerciale e parcheggi per la nuova arena.
Per il nuovo stadio Inter e Milan hanno stanziato un tetto di 1,2 miliardi, un investimento notevole ma visto il canone di affitto dimezzato rispetto all’attuale per San Siro, alle due società non occorrerà molto tempo per rientrare dell’investimento.
Il pomo della discordia con il Comune riguarda però la “ nuova vita” da dare a San Siro. Le due squadre non hanno infatti alcun interesse a tenerlo in vita e ben che meno a “riallocarlo” ad altro uso come potrebbe essere il calcio femminile, rugby o eventi.
Ovviamente se non si dovesse trovare un accordo le due società hanno già pronto il piano B : costruire il nuovo stadio a Sesto San Giovanni.
Con circa 76000 posti lo stadio Meazza è il secondo stadio più grande d’Italia, al primo posto vi è l’Olimpico.
E’ il sogno di ogni calciatore calpestare le zolle di erba del “ Tempio del Calcio”.
Sul suo prato verde si sono giocate sfide nazionali ed internazionali memorabili. Si è disputata la partita di apertura dei Mondiali del 1990.
Ma questo luogo ha una storia non solo legata al mondo del pallone.
Negli anni ’80 si decise di aprirlo anche ad eventi musicali.
Lo inaugurò Bob Marley il 27 giugno del 1980, dopo di lui altre stars internazionali hanno fatto tremare gli spalti con la loro musica: Bruce Springsteen, che rimane l’artista internazionale che ha calpestato più volte l’erba dello stadio, i Duran Duran, Michael Jackson, U2, Madonna, e tanti altri.
Nel 2007 Laura Pausini è stata la prima artista a fare sold out con una data. E come non citare Vasco Rossi che lo ha scelto come “seconda casa” e detiene il record di concerti mai realizzati da uno stesso artista su quel prato : 29 date dal 1990 e l’unico artista con più date consecutive.
Insomma, San Siro non è mai stato solo calcio, ecco perché la scelta, anzi il dictat del Comune di dargli nuova vita trasformandolo in un centro sportivo, musicale ed altro.
Quindi , per sapere come finirà la disputa, bisogna attendere le modifiche al masterplan del nuovo stadio! La redazione di Ventura Milano vi terrà aggiornata!
“Molto di più, niente di meno”, questo era lo slogan dell’ Innocenti, storica azienda italiana con sede a Milano, produttrice della mitica “Lambretta“, lo scooter rivale della “ Vespa” nei ruggenti anni ’60.
L’Innocenti fu fondata nel 1933 da Ferdinando Innocenti, ex-fabbro e costruttore meccanico, e aveva sede a Lambrate.
Nata come azienda produttrice di tubazioni meccaniche – i “tubi innocenti” senza giunti sono ancora oggi usati nella costruzione dei ponteggi – subì un cambiamento produttivo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Dai “tubi senza giunti” si passò prima alla produzione di scooter, poi, negli anni ’60, alla costruzione di auto, come la Austin A60 e successivamente, grazie ad un accordo di licenza con la British Motor Corporation, alla famosissima “Mini”.
Nel 1969 lo stabilimento di Lambrate dava lavoro ad oltre 6500 persone, la maggior parte impiegata nella produzione di autoveicoli.
Si potrebbe pensare ad una situazione florida in quegli anni per l’azienda milanese, ma in realtà era solo apparenza.
Siamo nel 1969, l’anno degli scioperi degli operai, delle richieste di rinnovo dei contratti.
In quell’anno le aziende milanesi vissero uno sciopero a settimana, con conseguente paralisi della produzione che iniziò dal settembre del 1969 e si prolungò fino alla fine dell’anno.
Anche l’Innocenti visse tutto ciò.
Agli scioperi rispose con la cassa integrazione straordinaria che però portò all’inasprimento dei rapporti con i lavoratori ed al blocco della produzione.
Erano gli anni di piombo.
Il primo esemplare di scooter made in Lambrate, uscì sul mercato italiano nel 1947 ed il nome fu un’idea dell’artista Daniele Oppi.
Ovviamente l’artista prese spunto dal Lambro, fiume che scorreva vicino allo stabilimento di Lambrate, oggi abbattuto e sostituito da un quartiere residenziale.
Insieme alla “Vespa” costruita dalla Piaggio, la Lambretta fu uno dei simboli del boom economico del dopoguerra e fu prodotta per 25 anni non solo in Italia, ma anche in Spagna, Cile, Brasile, Argentina ed India (in quest’ultimo fino al 1994 ).
Similari per tipologia di motore, entrambi a 2 tempi, i due scooter si differenziavano per la carrozzeria, la Lambretta era scarenata, mentre la rivale completamente carenata, e per la struttura tubolare, che sull’esemplare prodotto da Piaggio era un pezzo unico.
La rivalità con la Vespa si fece più accesa, quando la Lambretta fu prodotta completamente carenata.
Entrambe le aziende iniziarono a produrre modelli sempre più aerodinamici con lo scopo di ridurre l’impatto con l’aria e aumentarne la velocità su strada.
La Lambretta aerodinamica fece dei tempi e delle velocità da record per quegl’anni : riuscì a raggiungere i 201km/h in autostrada.
La versione TV fu invece il primo scooter al mondo a montare freni a disco.
L’ultimo modello prodotto si chiamava DL “ De Luxe”, uscì nel 1969 e disegnato da Bertone, già collaboratore con l’Innocenti per il design dell’auto “ Mini Bertone”.
Nel 1969 si producevano circa 170mila esemplari, ma nel 1971 la produzione scese a 45 mila, naturale fu quindi la decisione di abbandonare la costruzione di motoveicoli.
La produzione di auto nello stabilimento di Lambrate andò invece avanti anche negli anni ’80. Vi si producevano alcuni modelli della Maserati e della Chrysler.
Nel 1997 Fiat decise di non produrre più auto con il marchio Innocenti e di conseguenza venne abbandonato.
Oggi è possibile vedere esemplari di Lambretta in perfetto stato conservativo e leggere tutto sulla storia della Lambretta visitando il “ Museo dello scooter e della Lambretta” di Rodano, alle porte di Milano, oppure il “Museo della Lambretta” di Catanzaro.
Il 27 ottobre alle ore 6 del mattino riaprirà finalmente l’Aeroporto di Linate, chiuso dal 27 luglio per i lavori della prima fase del restyling che si completerà nel 2021.
Anche se la “Malpensa” è vicina, raggiungibile in circa 45 minuti, per tutti i milanesi “Linate” è l’aeroporto per antonomasia, a un tiro di schioppo dal centro e attaccato al quartiere di Lambrate.
Intitolato a Enrico Forlanini, inventore e pioniere dell’aviazione, fu costruito tra il 1933 ed il 1937 su una superficie di circa 3 milioni di mq, in sostituzione del vecchio campo di aviazione di Taledo, zona Mecenate, che era diventato ormai inadeguato per il traffico aereo milanese.
Negli anni ’60 Linate ha subito un grosso restyling che ha portato principalmente al prolungamento della pista.
Nulla paragonato al refitting iniziato quest’anno che lo trasformerà totalmente!
Nel 2021 del vecchio Linate rimarrà ben poco e sarà il primo scalo europeo con il miglior collegamento dal centro: sarà raggiungibile in 14 minuti grazie alla linea M4.
La ristrutturazione, articolata in più fasi, porterà anche un cambiamento e riqualifica della zona circostante soprattutto per la zona Idroscalo.
Un restyling che per anni è rimasto in un cassetto, in quanto era in dubbio la sorte dello scalo, data la vicinanza con Malpensa ed Orio al Serio.
Si parla di un investimento totale di oltre 60 milioni di euro, cifra notevole, ma necessaria per adeguare lo scalo anche dal punto di vista della sicurezza.
La prima fase di ristrutturazione iniziata a luglio 2019 ha riguardato :
Inoltre, con un investimento di circa 1,6 milioni di euro è stata rinnovata la zona lounge dedicata ai viaggiatori business, con la creazione della “ Vip Lounge Leonardo”
La prima tratta della linea M4 si aprirà proprio con la fermata Linate che consentirà non solo ai viaggiatori di raggiungere la City o, al contrario, lo scalo, in pochi minuti, ma permetterà ai cittadini di arrivare a l’Idroscalo a piedi, evitando così la stressante ricerca del parcheggio soprattutto durante gli eventi di grande importanza.
La seconda fase riguarderà la costruzione di un nuovo complesso direzionale ed un centro ricreativo usufruibile da tutti, portando avanti così il progetto del Comune di Milano di migliorare la vita dei cittadini riqualificando le periferie.
Per ora, l’Hangar Armani, costruito nel 1996, verrà solo spostato per lasciare spazio agli aerei, ma non demolito in quanto protetto dalla soprintendenza.
Linate rimarrà operativo in tutta la fase di completamento della ristrutturazione, grazie a piccoli cantieri che si apriranno nelle ore diurne e notturne, ma che non saranno di intralcio alla vita aeroportuale.
Insomma non ci resta che attendere il 27 ottobre per vedere il primo “City Airport Europeo” in Italia.
Sabato 5 ottobre nello Spazio Ventura XV in via Ventura 15 a Milano, si è aperta la Nikola Tesla Exhibition , mostra interattiva dedicata al famoso genio dell’elettricità.
L’esposizione, organizzata da Venice Exhibiton s.r.l. in collaborazione con il Nikola Tesla Museum di Belgrado, rimarrà aperta sino al 29 marzo 2020.
Occupa uno spazio espositivo di circa 1500 mq ed è la più grande mostra mai organizzata in onore di questo pioniere dell’elettricità.
Una esposizione che vuole raccontare l’intera vita di Tesla, le sue invenzioni e la rivalità con Thomas Alva Edison.
Nello spazio espositivo sono ricostruiti il laboratorio di Colorado Springs, dove nel 1899 riprodusse i fulmini artificiali, e la camera da letto n. 3327 nel New York Hotel, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita.
Sono presenti riproduzioni di macchine di sua invenzione e moltissimi documenti e reperti.
L’elemento più “elettrizzante” è sicuramente un’attrazione finale da 2 milioni di volts.
Nato in un paesino della Croazia nel 1856, fu un ingegnere elettrico, un fisico e un inventore.
Curioso fin dall’infanzia, durante i suoi studi al Politecnico di Graz iniziò ad appassionarsi all’energia e all’idea di controllare la corrente alternata.
Mosse i primi passi nella ricerca del motore a corrente alternata a Budapest per trasferirsi poi negli Stati Uniti, nella società di Thomas Alva Edison.
Purtroppo, le sue idee furono immediatamente bocciate da Edison in persona, ma lui decise comunque di rimanere per proseguire nelle sue ricerche.
I progressi nelle scoperte arrivarono, insieme alle delusioni che lo portarono dopo solo un anno a licenziarsi dalla Edison Machine Works e a fondare la “ Tesla Arc Light Co.” .
Dopo i primi successi arrivò una nuova battuta di arresto : venne derubato ed estromesso dalla società che lui stesso aveva fondato e per sbarcare il lunario, si trovò a fare il costruttore di strade.
Ma la vita è un’altalena.
Arrivò la sua rinascita nel 1887 con l’imprenditore George Westinghouse, fondatore della Westinghouse Eletric Co. con cui trovò un accordo per l’utilizzo dei suoi brevetti legati alla corrente alternata.
Questo fu il periodo della «guerra della corrente elettrica» con il rivale Edison, a cui la mostra dedica un’intera sezione.
Questa guerra, nonostante i tentativi di screditamento da parte di Edison, vide uscire Tesla vincitore, perché fu innegabile il risparmio di energia generato dalla corrente alternata con conseguente diminuzione delle dimensioni dei cavi elettrici e quindi abbattimento dei costi.
La Westinghouse Eletric Co costruì in quegli anni, oltre 30 centrali elettriche e rifornì di energia 130 città. A questo punto l’ingenuità di Tesla per gli affari fece nuovamente capolino.
I soci di Westinghouse decisero di modificare l’accordo con l’inventore, il contratto venne annullato e a Tesla riconosciuto un modesto importo forfettario.
Ma Tesla non si fermò. Applicò i suoi brevetti alla trasmissione wireless di energia e fece una dimostrazione sbalorditiva per quegli anni : pilotò una barca telecomandata. A lui si deve l’invenzione del telecomando.
Dopo l’incendio del laboratorio di New York, nel 1899 si trasferì in quello nuovo di Colorado Springs dove proseguì i suoi esperimenti con l’utilizzo della “bobina di Tesla”.
Morì nel 1943 all’età di 86 anni.
I litigi per i brevetti sono proseguiti anche dopo la sua morte. Non possiamo non citare quello che ha attribuito a Tesla l’invenzione della radio ai danni del nostro inventore Guglielmo Marconi.
Il costo del biglietto è di euro 17,00 dal lunedì al venerdì, ed euro 18,00 sabato e domenica ed include una guida,
Gli orari di apertura: dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 19.00, sabato e domenica dalle 9.30 alle 20.30 (ultimo ingresso alle 19.30)
Per anni Lambrate è stato uno dei quartieri più industriali di Milano, qui aveva sede la Faema, storica azienda italiana produttrice di macchine per il caffè.
La Faema , “ Fabbrica Apparecchiature Elettro Meccaniche e Affini” , è nata nel 1945 per idea di Carlo Ernesto Valente, ed in pochi anni si è affermata come una delle aziende leader sul mercato italiano e dei paesi latini.
La sede era in via Ventura 5, nel cuore di Lambrate.
Fin dagli anni ’60 è stata una delle aziende mondiali all’avanguardia nella produzione di macchine del caffè per bar, sempre alla ricerca della “macchina perfetta” in grado di esaltare al massimo l’aroma del caffè.
Nel 1961 brevettò una macchina, chiamata E61, che permetteva di sfruttare al meglio la polvere di caffè creando quindi un’espresso più aromatico e dalla crema più compatta.
Nel 1963, sempre con il nome di E61, fu brevettato un distributore automatico per bevande calde, che erogava l’infuso direttamente nel bicchiere di plastica.
Nei decenni successivi, Faema non ha mai smesso di migliorare dal punto di vista tecnologico le proprie macchine. Ha inserito sistemi di dosatura automatica del caffè, sistemi per migliorarne l’estrazione e moduli per migliorare la qualità di erogazione del latte e del vapore, così da preparare altre bevande come il cappuccino o il tè.
Non ha mai tralasciato però la qualità dei materiali utilizzati e l’estetica : il design di alcune macchine è disegnato da Giugiaro
Faema fu una delle prime aziende italiane a capire che l’investimento in pubblicità era fondamentale per la diffusione del brand, perchè come diceva Ford “Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l’orologio per risparmiare il tempo “.
E fu così che iniziarono le sponsorizzazioni nello sport.
Negli anni ’50 la Faema era sponsor della squadra di Rugby Treviso, diventata poi Benetton. Tra gli anni ’60 e ’70 sponsorizzò una squadra ciclistica. Per la Faema corsero campioni del ciclismo come Eddy Merckx, Rik Van Looy, Vittorio Adorni e Charly Gaul.
Oggi la Faema fa parte del Gruppo Cimbali, storici produttori milanesi di macchine per il caffè dal 1912 e la sede è a Binasco.
Gruppo Cimbali è un gruppo in continua crescita, nel 2017 ha registrato ricavi per oltre 180 milioni, un export che vale l’81% e una produzione annua di circa 47 mila macchine.
Per festeggiare i 100 anni di attività, il gruppo ha fondato la Mumac Academy e il Mumac, un museo delle macchina del caffè.
Il Mumac Academy è un’accademia, uno spazio di formazione e di incontro dove vengono organizzati corsi e workshop per professionistidel settore e semplici appassionati del caffè.
Invece, il palazzo storico della Faema di via Ventura, oggi è occupato dalla Scuola Mohole, scuola di Arti applicate e da quest’estate, dal bar-ristorante “Rooftop Visionair “
Se pensiamo a via Ventura e Lambrate come un grande laboratorio di arte, design e comunicazione, la Scuola Mohole era l’elemento mancante nel Distretto.
Approdata in via Ventura 5 nel 2015, occupa oggi 2500 mq degli spazi che erano la sede della Faema, storica azienda produttrice di macchine per il caffè.
Mohole nasce come laboratorio di linguaggio nell’ormai lontano 1998 su idea di Cosimo Lupo e Vito Longo, ma il nome fu trovato soltanto nel 2004.
Era uno spazio di 40 mq in Piazzale Susa a Milano, in cui confluivano idee e progetti, in cui le varie arti si influenzavano a vicenda.
Con la continua crescita, il passaggio da semplice laboratorio a scuola di formazione era inevitabile e così, nel 2005, il laboratorio diventa una Factory che conta oggi circa 700 studenti all’anno, seguiti da circa 100 professori.
Vi starete domandando il significato della parola “Mohole”.
Mohole è un personaggio non realizzato di Italo Calvino a cui i fondatori di questa scuola hanno voluto dare un’anima, una voce.
Mohole è un laboratorio in continua evoluzione che racchiude e sviluppa tante forme di comunicazione.
Quindi, definire la Scuola Mohole come la classica scuola di “ Arti applicate” o “Scuola di Comunicazione” sarebbe troppo riduttivo.
Film, comunicazione e storytelling sono le materie base di questa scuola, che danno origine ad altri corsi di durata breve o lunga.
Si spazia dal filmaking alla recitazione, dal 3DAnimation al fumetto, dal web al mondo social, dalla scrittura di un blog o presentazione aziendale alla sceneggiatura, senza tralasciare la fotografia
Proprio perché Mohole non è la solita scuola di comunicazione, ma una scuola che vuole uscire dai classici schemi della didattica e permettere ai propri studenti di “tirare fuori” il meglio delle proprie capacità, l’insegnamento è articolato in lezioni attive, workshop e laboratori.
Inoltre va segnalato che Mohole offre ai propri studenti un servizio post corso unico e di grande valore : il servizio di “Job e Stage Placement”, un supporto completo per entrare nel mondo del lavoro.
Grazie a questo caleidoscopio di corsi e attività , la Scuola Mohole rappresenta uno dei players più innovativi e attivi del Distretto.
Ha partecipato con workshop e mostre alla Lambrate Design District, il Fuorisalone di Lambrate che attira ogni anno circa centomila visitatori, ma anche alla Milano Digital Week , la settimana della Yes Milano dedicata al mondo digital.
La scuola Mohole si integra perfettamente nel quartiere che è sempre in continua evoluzione ed influenzato dal mondo dell’arte e del design in ogni settore.
Volete visitare questa scuola perché le arti e la comunicazione sono il vostro mood ?
Il 10 ottobre ci sarà un Open Day ! Visitate il sito https://scuola.mohole.it/ per maggiori informazioni!
Ventura Milano sarà presente con la sua redazione!
P.s. Un’altra scuola unica a Lambrate e a Milano è la The Britsh School of Milan! Scoprite di più cliccando sul link!